Tutti i giorni utilizziamo, afferriamo, tocchiamo una moltitudine di “cose” di diverso tipo e natura.
Certo che se parliamo agli oggetti forse qualcuno può pensare, a ragione, che non siamo molto a posto. Ma gli oggetti, in qualche modo, ci parlano, ci raccontano di loro, della loro funzione, del modo di essere utilizzati e entrano in relazione con noi.
Non batto.
Non vedo.
Non sento.
Non desidero.
Eppure vivo di te.
Forza.
Tristezza.
Gioia.
Dolore.
Entusiasmo.
Malinconia.
Prepotenza.
Tutto questo, sono ora di te!
Un esercito schierato di sampietrini roventi.
Un odore pungente dai negozi vintage.
Menú su lavagnette,
colorato appiglio di camerieri insistenti.
Sandali di esploratori meravigliati dal rumoroso incedere.
Spritz sfavillanti dentro a bicchieri in bilico su tavolini traballanti.
Ma se mi chiedi di raccontarti quell’angolo di città,
io ti rispondo: la sua camicia azzurra.
I suoi occhi uguali.
Sei tu che giochi con noi,
o siam noi che giochiamo con te?
Sei tu che leggi noi,
o son io che leggiamo dentro di te?
Sei tu che usi noi,
o siamo noi che usiamo te?
Sei tu che ti ricordi di noi,
o siamo noi che ci ricordiamo di te?
Sei tu che ci salvi dall’abbandono,
o siamo noi che ti salviamo dalla solitudine?
– adoro quelle torri
– che?
– le torri. Adoro come quelle torri evaporative sembrino più possenti man mano che ci avviciniamo, non trovi?
– ma di cosa parli?
– questa strada, la percorriamo da anni, la centrale in fondo, le nuvole di vapore, le torri
– a me non dicono niente
– come se ti aspettassi che qualcosa possa accadere da un momento all’altro, non so, un’esplosione nucleare. Sarebbe figo, no?
– macchè esplosione? Macchè figo. Ma che dici? A me non dicono niente
– e le nuvole di vapore? Nemmeno loro? Sembra che questa sia una centrale di nuvole, non nucleare. Guardale, mai uguali a se stesse e in fondo mai diverse, guarda quella per esempio, neanche loro ti dicono niente?
– niente
– cioè secondo te qui da anni non succede niente?
– no, niente
– niente?
– niente
– e neanche tra di noi succede niente?
– che vuoi dire? Che succede?
– niente, continua a guidare, non succede niente.
mi trapassano
come spade affilate
ma deposte all’angolo della stanza
annichilite dal ricordo del cielo azzurro
e il profumo dei gelsomini.
Lascia che ti porti un po’ di luce bianca
e l’impressione della primavera.
Lasciami provare.
Dondolavo
Dondolavo…
Ad un certo punto tutto intorno a me si è fermato…
Ed è lì che ti ho sentito vicino,
ho sentito il tuo profumo,
il tuo respiro,
la tua presenza,
la tua essenza…
Ma da lontano,
il suono delle campane mi hanno fatto ritornare alla realtà…
Ed ho ripreso a
Dondolare
Dondolare
Dondolare
Eccoli! Pronte tutte?!?!
Ricordate, nessun pregiudizio, nessun favoritismo.
Siamo anarchiche , democratiche e dittatrici.
Davanti a noi sono tutti uguali.
Non ci mettono più in soffitta, siamo diventate indispensabili.
Non siamo come loro, siamo pronte ad insegnarvi che tutti davanti al destino,
possono solo ridere, divertirsi e giocare.
Pronte?! Mischiatevi!
Sei lì.
Ti vedo davanti a uno schermo che illumina il tuo viso serio.
Mi siedo accanto a te in attesa di conquistare la tua fiducia.
Ti guardo, mi guardi.
La nostra conoscenza diventa amicizia e insieme camminiamo con occhi nuovi lungo strade note.