Si chiama found poetry o anche blackout poetry e può essere considerata un po’ l’equivalente letterario del collage.
Si prendono delle parole, da un giornale, da un testo o da elementi che abbiamo intorno,e con queste parole si crea una composizione, storia o poesia di senso compiuto, che racchiuda tutte quelle parole.
Le parole in oggetto erano: paesaggio, davanti, immaginiamo, parte, incontro, ricordo, inizi.
Vedevo uno sconfinato paesaggio
Quasi infinito
Ne sentivo l’immensità
Non potevo raggiungere le cose con lo sguardo
Ero immobile
Non riuscivo a compiere nessun movimento
Come se fossi roccia
Un giorno
Un anelito di vento fece crollare un po’ della mia armatura
Un piccolo sassolino aggrappato alla mia pelle di pietra cadde dalla rupe
Rotolava giù, verso la valle
Sembrava non fermarsi
Volevo rincorrere il sassolino
Decisi di mutare
Di scuotermi
Di ballare
Di scalciare
Di correre
Galoppare
Volare
Fuggire
Girare
Viaggiare
Saltare
URLARE
Di colpo da roccia mi trasformai in uragano.
Esplosi.
Quel giorno, fui me stesso e la mia negazione.
Che palle sto lavoro, non lo sopporto più, sempre seduto fisso sul PC, alienante, spingi un tasto, le stesse parole. Voglio fare qualcosa di bello , che mi soddisfi, che mi realizzi. IMMAGINIAMO tutti assieme che domani si fermi tutto, di dover per forza ricominciare da zero. Forse solo così avrei il coraggio di cambiare. Cazzo è successo!! Ora lo devo fare , cosa vuoi fare? La realizzazione personale può passare dalle nostre passioni, oppure dalla tranquillità del quieto vivere, del vivere assieme, di essere complici, in simbiosi con la natura, vivendo le proprie passioni senza pensare al domani.
Sera di Luglio, un parco romano.
Lui cammina verso la sua meta; lei lo vede e…è il LORO PRIMO INCONTRO, anzi il nostro incontro!
Con garbo mi blocca proponendomi l’acquisto di un oggettino. Guardo lei, osservo l’oggetto e rifiuto con sdegno!
Con eleganza, quasi seducente insiste. La poverina non mi conosce e non può immaginare che sto simulando.
Anzi quando mi dice la provenienza degli oggetti li guardo con disprezzo.
Ma finalmente dallo stand un giovane urla Mauroooo…Mi avvicino alla mia metà, scoppiando a ridere accanto alla mia vittima!!! Ogni tanto ci frequentiamo, condividiamo cultura ed interessi.
Anzi siamo diventati grandissimi amici.
La amo, è fortissima. Mi ama ma non sono per lei.
Forse Paolo Giordano si è ispirato a noi due?
Quella frase mi trafisse da parte a parte. Buttata là con noncuranza sul tavolino di legno tra i due calici di vino bianco. Sette parole che fecero risuonare mille pensieri. Fine agosto. Martedì. Le sette di sera. Chiunque avrebbe detto che era il momento meno opportuno per iniziare qualcosa.
Eppure a quella frase seguì una promessa. E ancora treni presi a cadenza regolare, una strada dritta che percorsi con gambe mano a mano meno tremanti, un sorriso di cui mi innamorai subito e capii solo dopo.
Parole e sogni si mescolarono e diedero vita a un volto nuovo, idee inaspettate, immagini non previste.
Una semplice frase, una promessa, la mia rivoluzione.
Erano passate due settimane dall’ultima volta che ci eravamo viste. Lei mi guardava con i suoi occhioni blu.
Eravamo l’una davanti all’altra, come spesso succedeva durante le prove.
Mi manca.
Mi mancano i nostri momenti di questa passione comune.
“Non ho tempo per organizzare uscite con entrambe così ho pensato di farvi conoscere ed organizzare un’unica uscita”.
Questa la scusa che ci ha portato lì, in quella gelateria.
Potevamo stare in silenzio, potevamo controbattere a quell’assurda ragione, potevamo obiettare e discutere, andarcene e non fingere.
Agli inizi di un qualsiasi rapporto non si sa mai come vanno le cose e questo non era certo un buon presupposto.
Ma quel gelato finì con la consapevolezza che si, qualcosa di buono stava per succedere.
Alla fine scoprimmo di avere molto in comune, molto più che con la persona che ci aveva fatto incontrare.
Sei il ricordo più bello di quella vacanza agli inizi di settembre, dove il mondo sembra ripartire portando con sé il sapore di una pigra estate.
Davanti a te mi sono sentita nuda, ti ho regalato la mia anima al tuo primo sguardo, volevo essere la tela bianca su cui avresti dipinto il tuo paesaggio.
Siamo tornati alle nostre vite.
E nel buio delle nostre case, immaginiamo di tornare all’emozione di quell’incontro dal tempo sospeso.