Blackout poetry
30 Marzo 2020Dalla Saletta al Palco
11 Settembre 2020La Bottega dell’attore nei giorni di quarantena
Omaggio a Gianni Rodari
La “Fantastica” di Gianni Rodari vista dai ragazzi della Bottega dell’Attore.
Introduzione
«Se noi avessimo una Fantastica, come abbiamo una Logica, avremmo scoperto l’arte di inventare».
Diceva Gianni Rodari durante i famosi Incontri di Reggio Emilia. La fantastica è la facoltà umana di inventare storie che prescindano dal logico e dal quotidiano, reinvanto l’utilizzo di oggetti o parole. Maestri in quest arte sono i bambini, che spesso vediamo giocare con una penna come se fosse un aeroplano o far diventare l’asciugamano una capanna degli indiani.
Durante la quinta settimana di lock down, i ragazzi della bottega dell’attore hanno organizzato un appuntamento con la loro Fantastica, scrivendo delle storie mirabolanti, per grandi e bambini.
Nuotolino e Volacchione
di Ilaria Pierandrei
C’era una volta, in fondo al mare,
un pesciolino che voleva volare.
Ogni notte nei suoi sogni si vedeva
batter le pinne nell’aria e fendere le nuvole fino a sera.
Ogni mattino si svegliava di cattivo umore perché non accettava di mettere da parte il suo ardore,
e così ripeteva “me misero, me tapino, sono uno stupido pesciolino! Non riesco a volare e in fondo al mare devo restare!”
Ma un dì, mentre vagava disperato, accadde qualcosa di inaspettato.
Attratto da una luce sopraffina, si spinse, nuotando, fino alla banchina.
Neppure si accorse dove era arrivato che
un lesto gabbiano lo aveva sollevato.
“Mettimi giù, ti prego!” – gridò – e il suo respiro subito si affannò.
Il gabbiano, preoccupato, accontentò il malcapitato e nel liberarlo lo volle rassicurare :”Guarda che non ti volevo mangiare! Non sono un mascalzone, sono solo un girandolone che per il nuoto ha una gran passione! Insegnami a nuotare ed io, quando vorrai, ti farò volare!”.
Una rara amicizia tra i due si instaurò, e uno nelle abilità dell’altro si cimentò.
Fu così che i rispettivi mondi e limiti impararono a comprendere e ad accettare e, finalmente, se stessi cominciarono ad amare.
Toporsi
di Raffaella Ariganello
Mi sei apparso nel sogno di stanotte, che turbinio di cose diverse e di abitudini comuni, ma capita sempre così con te? In un bosco, che somiglia al bosco che circondava la casa dei nonni, l´ago della bussola impazziva appresso a cuccioli di orso così tanti, che per contarli mi sarei addormentata di nuovo.
Strani, piccoli come topini appena nati con quegli occhi neri e tondi tutti pieni e c´era anche la mamma da qualche parte a frenare l´eco di spari lontani, fuochi cattivi. Poi un colpo un orso spiattellato tra le foglie cadute e chi chiamo adesso?
– “Edo, dammi una mano, come faccio a raggiungerti ?”
– “e che ne so? anzi lo so, guarda il torrente quello dove facciamo rimbalzare le pietre e chi fa più rimbalzi vince il gelato, segui il torrente porta fin qua”
– “E chi mi dice che sia così Edo?”
– “lo squaletto grigio sopra e rosso sotto, piccolo e con la pinna vivace se tu lo segui, arrivi fino a qui”
Ma io mi sveglio, maledetta me, ma se continuavo, di certo avevamo partorito una nuova specie, quella dei toporsi che tu avresti salvato… niente più spari ora.
Manco il tempo di abbracciarti però è come se tu ci fossi stato e ora mi manchi di più, ma sei reale o sei il parto della mia fantasia?
E la mimosa?
di Giovanna
Racconto semi serio di quel dì, che in Bottega, ritornò il mestiere vero.
Fu così che quel bel dì
Dissero così al tg:
Allarmi Allarmi,
è scappato, è arrivato.
State accorti non va incontrato!
E come come? Dicci come?
Lo sgomento, Il parapiglia!
Per quanto tempo l’anziana mamma non potrà abbracciare l’amata figlia?
Non un giorno, non un mese.
Si può uscire solo per le spese.
Tutti a casa a far cosa?
Farine, dolci e pure lievito, a render la clessidra un po’ giocosa.
Poi che nooiaa
Più una gioia!
Pure cantare ci fa arrabbiare,
-“Eppure eppur…..” disse Capo Combriccola “qualcosa si potrà pur far,
Far di casa la Bottega per l’arte ritrovar!”
E fu così, proprio così, che lo smart working si andò a reinventar.
– “Aiuto aiuto come si fa? non son capace”, disse Timordefa’;
-” Io! Io!” Disse Birillio;
-“Non ci capite niente” disse Monsieur Azo’;
-“Qua va tutto a rotoli!” disse Sir Brontoli;
– “Perché no! ” disse la Signora Spano’;
-“Mmmh, a me non va!” disse Madama Lavala’;
-“Ecco che bello, farò proprio quello!” disse Messer Costello.
Questa storia ancora è là,
Solo una cosa di certo si sa:
Fiori d’arancio, carezze e gelsomini, cielo azzurro, musica e colore, tutti i sensi ritrovano vigore…
Quant’è bello veder l’ieri
portato a casa come fosse l’altrieri
ed esserne tanto fieri.
Bella Combriccola, giacché non sei piccola:
Cogli cotanto fiore,
Torna al futuro con più grande cuore!
Nuova energia
di Dario Cocciolo
La sogni da sveglia,
un pensiero virtuale.
Quando si toccano le tue ciglia
tutto diventa reale.
La trovi proprio li’ dove era un attimo prima,
mentre dormi il suo pensiero è il tuo clima,
è il tuo calore e il tuo refrigerio.
E’ il tepore, è il desiderio,
è quello che non può essere è come dovrebbe essere,
è quello che è giusto che sia il significato nuovo di energia.
A Bianca
di Anna Malloni
L’altra notte sono stata in un posto dove vive una donna dagli occhi di stella e i capelli di nuvola. I suoi vestiti sono rosa, come il colore del cielo sul quale le rondini disegnano ogni sera un’immagine nuova. Sul prato crescono cespugli e cespugli di caramelle e ho pensato che fosse un posto perfetto per te. Allora ho provato a ritornarci, per imparare a memoria la strada da percorrere. Il posto non c’era più. Peró sono arrivata in un campo dorato di pop corn e fusilli, dove ha la sua casetta una donna dagli occhi di sole e i capelli di grano. Ci sono biciclette grandi grandi con pedali e sellini piccoli piccoli, microfoni di zucchero per cantare in ogni momento e una musica allegra che risuona in ogni angolo. Ho pensato che fosse un posto perfetto per te, allora ho provato a ritornarci, per imparare a memoria la strada da percorrere. Mi sono persa. Ho trovato, però, un lago splendente di specchi e lucciole, vicino al quale vive una donna dagli occhi di stelle marine e i capelli di onde. Canoe di legno dipinto si rincorrono e intrecciano collane di foglie e bambù. La luna è solo a due spinte di altalena. Ho pensato che fosse un posto perfetto per te, allora ho provato a ritornarci, per imparare a memoria la strada da percorrere.Non ce l’ho fatta.Allora mi è bastato guardarti in silenzio, per capire che i posti in cui puoi portarmi tu sono ancora più belli. Tu che sai inventare e percorrere tutte le strade che vuoi e puoi farlo anche a occhi aperti.
La nonna musona e i micini
di Eleonora Poggiu
Due gattini in un stanza grande e bianca
Sbrogliano il gomitolo della nonna stanca.
– Cosa combinate, cuccioli monelli?
Dice la vecchina ai suoi morbidi ribelli.
– Miao miao frrr frr miao
Dissero i due pelosi simulando un ciao
E con le cime di lana incastrate nelle zampette
Corsero in giardino veloci come saette
Uscirono dal cancello in un baleno
E nessuno li vide prendere il treno.
Rotolarono per i prati come palline gommose
Scivolarono per le colline e tra le mimose
Rincorsero conigli per parchi fioriti
Saltellarono felici nei campi infiniti.
Si trovarono infine in una steppa bianca
Rividero la nonnina con quell’aria stanca.
Si guardarono negli occhi un po’ dispiaciuti
E capirono che per fortuna non s’erano perduti!
Poi girarono lo sguardo verso le codette
E s’accorsero che la lana aveva fatto piroette.
Non più gomitoli tondi da far rotolare
Ma una mantellina colorata da far indossare.
La vecchina perse quell’aria così spossata
E si mise addosso la maglia ricamata.
– I miei gattini monelli sono due grandi artisti!
– Miao frrr frrr miao risposero i due pelosi esibizionisti.
– La prossima volta fatemi dei calzerotti!
E così ripartirono inseguendo leprotti.
Questa è la storia, miei cari bambini
Della nonna musona e dei felici micini.
E insegna che è meglio correre per il mondo
Che restare annoiati o in un sonno profondo.
Siate pazienti e attendete curiosi
Faremo presto dei tour favolosi!
State a casa e preparate i gomitoli
Ci saranno ben presto tanti nuovi capitoli.
Domani è un altro giorno
di Serena Miracapillo
E finalmente la vacanza.
E’ qui che inizia la baldanza.
Riprendo il teatro e torno a nuotare.
Esco fuori e finalmente vado al mare.
Arrivo in spiaggia: gli ombrelloni.
Tanta gente sui gommoni.
E mentre aspetto le mie amiche.
Bimbi e nonni fan le buche.
Un gelato, una bibita fresca.
Ed è già tempo di far siesta.
E tra una chiacchiera e un sonnellino.
Si fa anche uno spuntino.
Aperitivo al “SINGITA”, tutte pronte.
Per il tramonto all’orizzonte.
Scende la sera, tempo di rientrare.
Ma il cuore ora è pieno e può riposare.
E così mi addormento e riprendo a sognare: domani è un altro giorno, torneremo alla vita normale!